Autore:ALAA EDDIN AHMAD
N. - M. :Siria, 1954
Tecnica:Acrilico materico su tela di lino
Misure:100 x 100 cm
Classificazione: Moderni, Astratti, Altre Tecniche, Figurativi
Le cognizioni su cui lavora Ahmad Alaa Eddin si sviluppano dentro un contesto che trova la sua vera radice dentro la manipolazione della pittura che si sviluppa nella tela come colore; un divenire che nell’opera diventa una forma analitica di scrittura e una rappresentazione inclusiva del proprio essere e della propria storia. Infatti all’interno dell’opera emerge una simbologia che rimanda ad altre forme di comunicazione con un linguaggio che segna e che fondamentalmente si insinua dentro il tessuto della pittura. Un segno che traccia nuovi orizzonti ma che dialoga e si confronta con il colore, un’aperta visione del sentire, del percepire e del comunicare. Il quadro per Ahmad è come un quaderno dove si tracciano appunti, si colorano i fogli, si sviluppano i propri pensieri ma si costruiscono anche storie e narrazioni che provengono dal più profondo essere che scava nel proprio vissuto e si trasforma in linguaggio.
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... Ahmad Alaa Eddin, con questa fase della sua ricerca artistica, affronta coraggiosamente e innovativamente due punti essenziali dell’arte contemporanea: il colore e la materia. Seguendo la sua sperimentazione sulla calligrafia araba si svela un percorso che conosce due possibili esiti. La composizione pittorica allinea segni che circoscrivono, secondo una maestosa sinfonia di colori, aree diverse e suggestioni lontane. Altrove, invece, la linea essenziale del segno occupa la tela con un spessore che rende evidente il peso della materia, l’esistenza di una frastagliata geografia rocciosa, il definirsi di una barriera protettiva che cerca di salvare almeno il profilo della parola. La tela viene intrisa e acquista in profondità, come segno di lontane cicatrici che il tempo non cancella, come onda di una nostalgia affrontata con coraggio e con il rispetto dovuto alla propria origine. La tela ci viene incontro, ci richiama con una eco graffiante impressa nella sua esteriorità ma confitta nella sua interiorità…
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Nel suo percorso artistico, Ahmad Alaa Eddin ha intuito che il movimento è una forma della realtà, non un contenuto, e che per esprimerlo non si deve imitare quella realtà, ma mettere in moto i meccanismi che la fanno funzionare. Da qui, riquadri incastrati e spolverati di solo colore studiatamente misurato, come in chiaroscuri semplificati, i pezzi di colore che escono dalla cornice, l’associazione inconscia di immagini fondamentali. Le forme nuotano negli spazi della mente, governate da leggi solenni e inafferrabili, ma garantiscono almeno la sopravvivenza della specie umana che è in grado di pensarle e avvicinarle, finché, estenuate, si avvicinano ai quartieri estremi dell’universo, e sfuggono nel buco dell’antimateria finendo in universi sconosciuti senza che più nessuno possa andare a riprenderle…
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… La figura d’artista di Ahmad Alaa Eddin è quella di un autore dì grande spessore nel quadro di quella circolante cultura figurativa mediterranea in cui convergono elementi propri dell’aniconismo arabo con l’immaginario occidentale. E poco importa che anche l’occidente sia pervenuto alla rinuncia della rappresentazione dell’oggetto, poiché questo rimane sempre in tralice, o, se si preferisce, in agguato, come referente d’una datità referenziale che appartiene ad una tradizione ormai acquisita e consolidata. Il merito precipuo di Ahmad Alaa Eddin è quello di non aver tentato di compiere né sintesi azzardate ed estrinseche – condotte, cioè, sul piano d’una pura koinè formale – né ideologiche – ispirate, cioè, ad un sincretismo interculturale – ma un’opera di autentica fusione di linguaggi e contenuti, lasciando, così, che planasse il grafema ideografico sul terreno d’una pratica informale secondo un asse espressivo nettamente segnino…
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Ahmad Alaa Eddin nasce in Siria nel 1954. Compie gli studi artistici a Damasco, specializzandosi nell’Arte della Calligrafia Araba. Ha esposto in Siria, Libano, Giordania, Grecia, Francia, Germania ed Egitto. Dal 1986 vive e lavora in Italia. È stato socio ordinario della Promotrice delle Belle Arti di Torino. Nel 1989 l’UNICEF gli ha rilasciato un attestato di amicizia. Ha realizzato manifesti d’arte e numerose copertine di libri e riviste. Ha collaborato con diverse istituzioni scolastiche nell’espletamento di progetti come esperto esterno. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private, nel 2008 una sua tela è entrata nella collezione Sarkosy-Bruni. Ha ottenuto diverse recensioni da giornalisti e critici d’arte su molti giornali, riviste e cataloghi d’arte.
Un lavoro articolato, quello di Ahmad Alaa Eddin, che si pone sempre come una continua ricerca non solo a livello formale ma anche come evoluzione essenziale del pensiero.
Ahmad Alaa Eddin resta legato alla rappresentazione oggettiva della materia e del colore mentre i suoi segni dentro l’opera rappresentano gli elementi di una scrittura che coinvolge la linea del suo pensare.
Le sue opere sono quindi il luogo d’incontro e di sviluppo di un pensiero che attraverso il gesto della scrittura si va ad incidere dentro le sofisticate trame del colore.
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