Autore:CARUGATI ANGELA
N. - M. :Firenze, 1881 - Napoli, 1977
Tecnica:Olio su tela
Misure:47 x 34 cm
Anno:VENDUTO
Classificazione:
Nata a Firenze nel 1881, Angela Carugati fu trapiantata, orfana di otto anni, presso zii piemontesi. Alla scuola complementare meritava lodi solo per il disegno e l’italiano: le altre materie non la interessavano. E, per consiglio della sua prima insegnante di disegno, ad undici anni, gli zii la iscrissero malvolentieri all’Istituto di Belle Arti in Napoli. Malvolentieri perché essi ritenevano che la frequenza all’Istituto non avrebbe contribuito al raggiungimento dello scopo principale dei loro sacrifici: l’indipendenza finanziaria avvenire, di cui Angela aveva assoluto bisogno. Ma Carugati promise solennemente agli zii di diplomarsi, di abilitarsi all’insegnamento. Promise e mantenne. All’Istituto di Belle Arti fu un susseguirsi di affermazioni e di vittorie, con le relative medaglie d’oro vinte ai vari concorsi banditi dall’Accademia stessa: attestati, vari, validi, firmati da Palizzi, da Pisanti, dallo scultore d’Orsi, e da Domenico Morelli, a quel tempo alternatisi alla presidenza dell’istituto. E di Morelli fu anche discepola attenta ed accaparratrice. Con la sostanziale impostazione accademica, nella pittura di Angela Carugati, non si possono non riscontrare i segni innegabili del tradizionalismo sano dei Maestri dell’epoca e le sue tele non possono non richiamare ad un fedele classicismo. Contemplativa, amante del silenzio e della solitudine, schiva della mondanità, la sua vita fu tutta studio e lavoro. Si diplomò ed insegnò disegno. Fu Docente di Storia dell’Arte. La sua poliedrica figura di pittrice, insegnante, conferenziera e poetessa, fu tutto un coerente impegno fedele al suo ideale d’Arte costruito sulle solide basi della serietà e dell’onestà. L’insegnamento, per Angela Carugati fu una missione. Instancabile, sacrificava tutte le ore della giornata, alcune delle quali, per sua predilezione, avrebbe felicemente dedicate alle tele. Angela Carugati è anche poetessa. Una sua raccolta di poesie, edita nel 1962 col titolo Soste nel mio roveto, è dedicata alla «cara zia Francesca», che fu «tenera mamma» alla sua «vita di orfana». Talvolta segna in due versi tutta una sintesi che è anche un programma di vita. Ma Angela Carugati è soprattutto pittrice: la sua personalità e la sua ricchezza interiore si manifestano con sicuro accento nel personalissimo significato coloristico.
Il Prof. Luigi Ciccone, Presidente della sezione napoletana dell’U.C.A.I. (Unione Cattolica Artisti Italiani), ha avuto la bella idea di apprestare, con quell’amore di cui è capace, una Mostra antologica di Angela Carugati per festeggiare, insieme agli innumerevoli amici ed ammiratori dell’Artista, i molti anni di sua vita trascorsi in sereno lavoro e in costante fedeltà al suo credo artistico. Alla inaugurazione, nelle ampie sale dell’U.C.A.I. al Maschio Angioino, oltre alle autorevoli personalità e artisti intervenuti, vi era numeroso e ottimo pubblico dal quale traspariva soddisfazione e ammirazione per la bella Mostra. Si aveva la piacevole impressione che quel pubblico fosse tutta una famiglia che onorava e festeggiava una cara persona di casa: si produceva l’affiato cordiale che viene spesso da spettacolo distensivo e persuasivo. La Carugati ha temperamento meditativo, sa bene che dai colloqui con la Creazione ci vengono lezioni infallibili e Lei che ha il dono di saperla umilmente ascoltare è perciò in zona di salvezza. All’artista illustre, condiscepola all’Accademia di Belle Arti ai tempi di Palizzi, Morelli, Torna, Cammarano ed altri grandi Maestri, le felicitazioni affettuose del suo compagno di studi, qui sottoscritto, e gli auguri di ancora lungo lavoro in perfetta lucidità di spirito.
Mite, silenziosa, Angela Carugati, veterana delle pittrici d’Italia, da anni immemorabili si aggira nelle sale delle piccole o grandi collettive, cui ella assiduamente, umilmente partecipa con dipinti (paesaggi, figure, composizioni) che denotano una seria preparazione ed una vena non trascurabile di poesia. Dipinge da quasi sessant’anni con una serietà esemplare, che potrebbe essere di monito alle tante belline che imperversano nelle affollatissime mostre dei vari premi di pittura. Nata a Firenze, si stabilì, con i genitori, a Napoli all’età di cinque anni. Nel 1893 si iscrisse all’Accademia di Belle Arti, dove frequentò tutti i corsi di disegno, di pittura e di storia dell’arte, vincendo, nei vari concorsi annuali, quindici premi. Un giorno Domenico Morelli, poggiandole paternamente una mano sulla spalla, disse: «Questa ragazza fa bene. Bisogna tenerla d’occhio!». La pittrice, ormai ottuagenaria, ancora oggi ricorda commossa quell’incontro e quelle parole. Un giorno mi disse: «Devo alla mia famiglia il senso della responsabilità e della serietà nel lavoro. Ai miei Maestri dell’Accademia la convinzione della estrema difficoltà del linguaggio pittorico e della necessità di lavorare umilmente, tenacemente, quasi ostinatamente». Nei suoi dipinti si trova, oltre che una sintesi espressiva e coloristica, un suo mondo pittorico, non privo d’intimità e di sentimento: un abbandono alla contemplazione, del tutto interiore, e quel pathos di natura romantica che vien fuori da certi suoi paesaggi di Napoli o delle isole del golfo, o quella malinconica ironia che si avverte nei suoi numerosi «Pulcinella», o infine il gusto di una colorazione viva, calda, quasi tropicale, che si nota spesso nei suoi fiori. Una pittrice, dunque, matura non soltanto di anni, la quale è in possesso di mezzi espressivi sicuri, e che continua a dipingere, in un giuoco di emozioni e di sensazioni, con un fervore ed un entusiasmo giovanili.