Autore:BOVA RAFFAELE
N. - M. :Frignano, 1946
Tecnica:Olio su tela
Misure:40 x 30 cm
Anno:1995
Classificazione: Figure, Figurativi, Oli, Moderni, Paesaggi, Marine
[…] Raffaele Bova, con la Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia, su invito dei curatori dell’evento per il Padiglione Italia 1980, ha acquisito una notorietà d’importanza Internazionale. È da sottolineare che, per quella Edizione della Biennale, è stato segnalato per il premio speciale “Il tempo del Museo —Venezia 1980” e l’opera con la quale ha partecipato, è entrata a far parte dell’Archivio Storico della Biennale. Raffaele Bova, nato a Frignano nel 1946, ha da sempre operato per un contributo culturale per la crescita civile della sua Terra d’origine. Infatti, dal 1976 al 1979, è stato tra i fondatori del “Collettivo LineaContinua —Terra di Lavoro“; un gruppo di artisti molto conosciuto in Campania e in Italia. Seguito con attenzione dal critico d’arte Enrico Crispolti, Raffaele Bova ha spesso rivolto il suo interesse agli aspetti ecologici e ambientali, con opere che esprimono una tematica di denuncia contro l’inquinamento e la distruzione dell’ambiente. Nel 1974, a tale scopo, organizza una mostra a Caserta che ha avuto per tema la “N. U. (Nettezza Urbana)”. […]
Considerato che quasi tutti i componenti del Collettivo svolgevano anche attività didattica, fu inevitabile che ai problemi della Scuola si dedicasse ampio spazio e continuo interesse, cercando tutti i modi e le forme per essere sensibilmente presente nei fermenti che l’agitavano; intervenendo direttamente in alcune specifiche occasioni con azioni di denuncia, essendo impossibile – in questo campo – avanzare una proposta alternativa politicamente valida e realizzabile; operando all’interno di essa verso un’impostazione della didattica più correttamente correlata alle realtà sociali e partecipando direttamente alle battaglie per la realizzazione delle strutture democratiche. Una prima presenza espressa dal Collettivo fu quella realizzata 1’11 gennaio 1977 nell’Istituto Statale d’Arte di San Leucio di Caserta (sede di insegnamento di Aldo Ribattezzato) con azioni di Raffaele Bova, Marino e Ribattezzato, che invitarono gli studenti ad un uso alternativo degli strumenti di apprendimento e di lavoro, prendendo di mira alcuni aspetti fondamentali della disinformazione che si realizzava in genere nelle scuole. Riferendosi alla specificità dell’insegnamento dell’arte tessile, furono usati i materiali didattici – fibre e lane – per tentare una sorta di «ricucitura» dell’Italia, usando come telaio una struttura imitante le monete di uso corrente (Raffaele Bova); la ragnatela della burocrazia elefantiaca fu visivamente materializzata con fili tesi attraverso l’aula, ai quali furono appesi timbri fittizi di ogni forma, dimensione e colore (Marino); la sovrapposizione della cultura di potere a quella materna fu denunciata con la sovrapposizione di finestre-potere ad ogni angolo e ad ogni lavoro (Ribattezzato). La sbrigliata fantasia creativa degli studenti provvedeva ad arricchire e ad articolare diversamente il discorso, con una fitta ragnatela tessile che abbracciava tutti gli elementi, con la “sacralizzazione” di individui per “investitura burocratica”, con la polemica politica attraverso l’impiccagione di personaggi del potere ai fili della tessitura, alle finestre, ai timbri, alle monete, ecc.
Dalla convinzione – direttamente vissuta e realizzata – di una crisi strutturale della scuola che solo i giochetti burocratici del potere tentavano di scaricare sugli studenti, nasceva anche il manifesto prodotto il 4 febbraio, che, su un foglio imitante la carta bollata e recante i simboli dei singoli operatori (la lira, per Bova; il timbro, per Marino; la finestra, per Ribattezzato; la sagoma umana, per Gallo) conteneva l’espressione della solidarietà del Collettivo al Movimento Studentesco nel momento in cui, ad Aversa, due studenti erano stati fermati per aver animato lo sciopero di protesta dell’I.T.C. contro lo sfratto subito da un vecchio convento adattato a scuola (dopo lunghe e penose peregrinazioni in varie sedi d’emergenza) in seguito all’accertata inagibilità dei locali vecchi e mal tenuti. Pronunciandosi a favore del Movimento contro i tentativi di repressione, per la soluzione dei problemi dell’edilizia scolastica e per il rinnovamento dei contenuti didattici, il Collettivo avviò un intenso rapporto con i Collettivi studenteschi (che si occuparono di affiggere il documento, riprodotto in fotocopie, per tutta la città) e in particolare con quello del locale Liceo Artistico Statale, sede di insegnamento di tre componenti del Collettivo.