Renato Barisani, Forme che si affacciano

Autore:BARISANI RENATO

N. - M. :Napoli, 1918 - 2011

Tecnica:Olio su tela applicata su tavola

Misure:105 x 70 cm

Anno:1994

Classificazione: Moderni, Astratti, Oli

Note Critico - Biografiche

Renato Barisani 

Napoli, 1918 – 2011

 

 

Forme che si affacciano

 

Foto del dipinto di Renato Barisani (1918-2011) "Forme che si affacciano", astratto del 1994, olio su tela applicata su tavola di cm 105x70 con i colori giallo, grigio, bianco, nero.
Renato Barisani (1918-2011) “Forme che si affacciano”, 1994, olio su tela applicata su tavola di 105×70 cm

 

Foto del dipinto di Renato Barisani (1918-2011) "Forme che si affacciano" completo di cornice nera, opera astratta del 1994, olio su tela applicata su tavola di cm 105x70 con i colori giallo, grigio, bianco, nero.
Renato Barisani (1918-2011) “Forme che si affacciano”, con cornice

 

L’opera di Renato Barisani è firmata e datata in alto a sinistra “R. Barisani 94“. Firma, titolo e anno a tergo: “Renato Barisani ‘Forme che si affacciano’ 1994“. L’opera è accompagnata da foto autenticata dal Maestro del 2007.

 

“Forme che si affacciano” di Renato Barisani 

 

 

 

Renato Barisani 

Dopo una breve adesione al Gruppo Sud, nel 1950 costituisce il Gruppo Napoletano Arte Concreta con De Fusco, Venditti e Tatafiore, muovendosi nell’ambito di una ricerca astratto-geometrica di respiro internazionale (Struttura filiforme) ed esponendo alle mostre del MAC milanese, con cui il gruppo napoletano condivideva l’utopistica tensione a incidere sulla vita attraverso l’arte. Incessante sperimentatore di tecniche e di materiali (pittura, scultura, design, fotogrammi, gioielli, ferro, ceramica, formica, plexiglas, neon), Barisani elabora un linguaggio rigoroso, basato sulle regole interne che sostengono il lavoro. Nella seconda metà degli anni ’50 all’interno dell’opera compaiono materie extrapittoriche, artificiali (strutture meccaniche, ingranaggi, frammenti metallici) e naturali/locali (sabbia, lapilli, conchiglie), aprendo a soluzioni artistiche informali, sviluppate soprattutto sul versante materico (Tufo e sabbia, Impronte e solchi). Dal 1960 al 1963 aderisce alla Nuova Scuola Europea di Losanna fondata da George Kasper. Dopo un ritorno a un’asciuttezza geometrica formale (Rettangolo obliquo), che si conferma con l’adesione al gruppo napoletano Geometria e Ricerca (1975-80), gli anni ’80 sono segnati da una nuova e intensa sperimentazione in cui l’artista utilizza, tra l’altro, spray, acquerello, pastello, vinavil, carte e cartoni, fotocopie e sagome di legno con cui realizza collage. In questi anni elabora un linguaggio astratto non più rigorosamente geometrico, ma che si apre a un biomorfismo di tipo organico (Astrazione Organica). Presente a importanti esposizioni internazionali e vincitore di prestigiosi riconoscimenti, tra cui il premio Pollock della Krasner-Pollock Foundation di New York (1993), Barisani, che dal 1978 al 1984 ha insegnato Design all’Accademia di Belle Arti di Napoli, ha esposto il suo lavoro antologico a Napoli a Villa Pignatelli (1977) e a Castel dell’Ovo (2000). Numerosi sono i suoi lavori per gli spazi pubblici, tra cui il grande mosaico e la scultura monumentale per la stazione di Salvator Rosa (1999) e la scultura per la piazza antistante la stazione di piazza Quattro Giornate (1967-2000) della metropolitana di Napoli. Suoi recenti lavori sono stati esposti in una personale al PAN (Palazzo delle Arti Napoli) nel 2008.

Olga Scotto di Vettimo
(dal volume “9cento – Napoli 1910-1980 per un museo in progress”. Electa Napoli).

 

 

 

 

MARCIANO ARTE, galleria d’arte e cornici, Napoli

Salvatore Marciano

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