Autore:BACIO TERRACINA ARTURO
N. - M. :Napoli, 1882 - 1958
Tecnica:Olio su cartone
Misure:21,5 x 25 cm
Classificazione: Paesaggi, Oli, Figurativi, Classici
ARTURO BACIO TERRACINA
Arturo Bacio Terracina studia all’Istituto di Belle Arti, allievo di Vincenzo Volpe e Michele Cammarano, esordendo a Roma nel 1908 agli Amatori e Cultori. Nel 1909, a Napoli, è a capo delta “Secessione dei 23”, che si fa portavoce di una dura denuncia dell’accademismo allora imperante. Trasferitosi per qualche tempo a Roma, vi è attivo come decoratore insieme a Edgardo Curcio ed Eugenio Viti e, rientrato a Napoli, vi prosegue un’intensa opera di organizzazione e sensibilizzazione delle nuove generazioni contro il tradizionalismo accademico. Dalla metà degli anni Venti, pur continuando la propria ricerca prevalentemente paesistica, cessa quasi del tutto di partecipare a manifestazioni pubbliche.
Arturo Bacio Terracina, nato a Napoli il 5 settembre 1882. Dagli studi classici, s’iscrisse all’Accademia di Belle Arti e si diplomò nel 1908, per poi trasferirsi a Roma, dove frequentò la Scuola Libera. Fu allievo prediletto di Michele Cammarano, che lo avviò allo studio del paesaggio, genere che non ha più abbandonato, quantunque avesse esordito con opere di figura, formatosi alla Scuola di Vincenzo Volpe.
Fu attivissimo organizzatore di Mostre d’Arte specialmente quella detta dei “Ventitré” che ebbe gran successo a Napoli nel 1910 e che diede grande impulso alla vita artistica napoletana. Partecipò a moltissime Esposizioni nazionali e internazionali, e in quella stessa Mostra dei “Ventitré” il Ministero della Pubblica Istruzione acquistò una sua opera per la Galleria d’Arte Moderna. Altre sue opere figurano nelle collezioni della Provincia, del Municipio e di altre Gallerie pubbliche e private.
Nel 1908 prese parte all’esposizione della Società Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma col quadro “Alle falde del Vesuvio” e alla Primaverile Fiorentina espose “Mattino azzurro” e “Raggi nel Castello”.
Ancora oggi espone con successo opere di paesaggio e accudisce scrupolosamente a commissioni private.
Arturo Bacio Terracina (Napoli, 1882-1958) aveva studiato all’accademia con V. Volpe e M. Cammarano. Paesaggista nostalgico e romantico, usava dipingere, come hobby, ventagli. Un suo ritratto estremamente elogiativo si legge in B. Chiara, Paesisti e pastellisti alla sala Nobile, in “la Tavola Rotonda”, n. 49, 19 dicembre 1909: «Investito dai compagni di fede della carica di segretario, egli ha saputo dedicarsi al delicato ufficio con accortezza e avvedutezza veramente provette. Sereno nelle difficoltà, paziente nelle contrarietà, previdente, sagace, intuitivo, la squisita educazione e la buona, cultura ha saputo mettere a frutto nelle più aspre circostanze, appianando attriti, moderando entusiasmi, favorendo proposte, risolvendo le piccole inevitabili crisi, fermo nel volere, costante nel proposito, superiore a ogni meschinità, meglio rivelando un temperamento nordico che meridionale». Nella realtà la I Esposizione giovanile dové molto alle doti di Bacio Terracina. Come artista, al di là di qualche buona prova, non raggiunse vette eccelse, tuttavia era persona di buon gusto che praticava l’arte non come mestiere — apparteneva ad una famiglia benestante — ma come suo diletto. Dopo la mostra del 1909 andò per qualche anno a Roma insieme a Curcio, ma ben presto tornò a Napoli perché aveva nostalgia della sua città. Le opere rimaste presso gli eredi sono tutte piuttosto tarde, dagli anni Trenta, in poi. Degli anni 1909-10 si sono rintracciate per ora solo due opere (coll. priv., Napoli), raffiguranti un paesaggio e un ritratto di donna, molto vicino, nell’impronta, alle opere coeve di Edgardo Curcio. Su di lui cfr. M. Franco, Arturo Bacio Terracina, in “L’artistico“, n. 12, dicembre 1962.