Autore:MOINE ANTONIN
N. - M. :Saint-Etienne, 1796 – Parigi, 1849
Tecnica:Pastello su cartoncino applicato su tela ovale
Misure:120 x 90 cm (150 x 120 cm con la cornice coeva)
Anno:1843
Classificazione: Figure, Figurativi, Altre Tecniche, Antichi
Antonin Moine è stato artista emblematico del Romanticismo, famoso soprattutto per le sue sculture, ma che ha anche dipinto molto per tutta la sua carriera.
Figlio di un commerciante di nastri di Saint-Etienne, con 9 fratelli, studiò al collegio della città, dove veniva già chiamato “il Poussin” per le sue abilità nel disegno. Dopo alcuni anni dedicati alla medicina e una possibile partecipazione alla battaglia di Waterloo, entrò all’Ecole des Beaux-Arts nel 1817, sotto la guida di Girodet. Molto probabilmente frequentò lo studio di Gros avvicinandosi al Romanticismo. Durante gli anni Venti dell’Ottocento dipinse, soprattutto paesaggi, e realizzò numerose litografie con soggetti religiosi o ritratti. Antonin Moine si specializzò nella scultura intorno al 1829/1830, forse sotto l’influenza del suo amico scultore Barye, anche lui allievo di Gros. Espose per la prima volta al Salon nel 1831 come scultore (ma vi espose anche due quadri, Vedute di Montmorency): le sue opere furono subito vendute e riscossero un grande successo di critica, tanto che gli fu assegnata la medaglia di seconda classe. Nel 1837, Théophile Gautier lo associò a Barye e lo considerò addirittura superiore a lui, e agli altri scrivendo così: “una superiorità indiscutibile sugli scultori della nuova scuola […], Monsieur Moine è uno degli artisti il cui secolo deve essere orgoglioso”. Ma nonostante una certa popolarità, alcune commissioni ufficiali e un talento riconosciuto, Antonin Moine iniziò a soffrire un difficile periodo personale che gli portò scarsi risultati anche nelle vendite. Dal 1837, scoraggiato, non espose più al Salon, e vi tornò solo nel 1843, con soli pastelli, per riguadagnarsi la fama di pittore e avere un’attività più redditizia. Presentò tre ritratti. Dopo Vigée-Lebrun e Prud’hon, il pastello era passato di moda, un po’ come tutto il XVIII secolo per i nuovi romantici. A parte alcuni schizzi di Delacroix o composizioni di Decamps, il genere non andava più e fu proprio Antonin Moine a riprenderlo e a tentare di riportarlo in auge con grande abilità e delicatezza. Ma già nel 1837 Théophile Gautier scriveva: “il pubblico conosce solo le sue sculture, eppure le sue opere pittoriche, i suoi pastelli e i suoi disegni rivelano nel loro autore uno degli allievi più illustri usciti dallo studio di Gros”. Ancor prima, Hilaire-Léon Sazerac scriveva nel 1834: “I suoi pastelli sono meraviglie dell’arte e della natura; sotto le sue dita il pastello diventa trasparente, vigoroso come la pittura a olio. Ottiene dai mezzi toni pastello, tinte neutre, che diffondono l’armonia più morbida sulle sue opere”. Moine continuò ad esporre i suoi pastelli nei saloni del 1844, 1845, 1846 e 1848. Artista romantico, incompreso e disperato nonostante avesse ottenuto la Legion d’Onore nel 1847, Antonin Moine si suicidò il 18 marzo 1849 a Parigi con una pallottola in testa (l’evento sarà raccontato da Victor Hugo). La sua città natale Saint-Etienne gli ha dedicato una piazza.