Antonio Asturi, Montmartre. La Place E. Goudeau e Ravignan

Autore:ASTURI ANTONIO

N. - M. :Vico Equense, 1904 - 1986

Tecnica:Tempera grassa su cartone

Misure:40 x 60 cm

Anno:1958

Classificazione: Paesaggi, Classici, Altre Tecniche, Figurativi

Note Critico - Biografiche

ANTONIO ASTURI

Vico Equense, 1904 – 1986

 

Montmartre La place E. Goudeau e Ravignan

 

dipinto di antonio asturi parigi
Antonio Asturi, Parigi. Le Place Emile Goudeau o Rue Ravignan

 

Antonio Asturi. Opera firmata in basso a destra “Asturi A.” con luogo e data “Parigi, 58“.

A tergo firma, luogo, data e titolo posti al centro: “Asturi A. Parigi, Aprile 958. La Place Emile Goudeau e Rue Ravignan”. Inoltre, sulla sinistra, in verticale, si legge la nota sempre di pugno dell’artista: “Parigi 58. Qui si può dire sia nato l’impressionismo. Intanto il luogo ospitò i più grandi della moderna pittura. La storia è più che chiara e precisa a proposito“. 

 

retro:
Foto del retro del dipinto di Antonio Asturi Parigi
Antonio Asturi-retro

 

critica 1:

PIERO SCARPA: Antonio Asturi

Nelle opere di Antonio Asturi è facile identificare una lodevole cura per il disegno, una tal quale sensibilità cromatica utile per arrivare presto allo scopo di interessare con una visione di effetto,una grande passione per il colore che però non è sempre usata a proposito e con gusto. alcune delle opere qui esposte presentano pregi non comuni di disegno e di colore e sono degne di acquisto anche da parte di chi è uso pretendere il meglio dell’Arte di fronte a un grande quadro. Bella e spontanea composizione figurativa è questa di Asturi. Piena di sentimento e d’una tragicità impressionante che ricorda, senza imitarli, i grandi maestri del Rinascimento. Bravo Asturi, che non si è mostrato in quest’opera un semplice, per quanto spontaneo paesista e ritrattista tagliente, ma particolarmente un maestro di composizione architettonica nella linea d’insieme costruttivo, ma sopratutto un pensatore di forza e un colorista di gusto.

 


 critica 2:

DON PINUZZO: Antonio Asturi

Antonio Asturi, mezzo secolo e tutto un travaglio che ogni artista, anche Michelangelo, sa di aver dovuto vivere prima di conquistare la fama, perché doveva consumare sino in fondo l’esperienza di se, conquistando se stesso. L’amore di Asturi all’arte è solo quello di un romanzo vissuto. E ha stagioni di primavera, qualche nuvola di autunno, scarse burrasche invernali e un torrido saettar di infocati giorni da estate mediterranea: mezzo secolo di battaglie ardenti, che giocano sul piano di credi professati, tutti in sintonia con la propria sete di vivere di umanità, di confessare l’umanesimo esistenziale lungo un modulo di scelte, determinate dai tempi storicamente creati dal suo amore per l’arte come servizio a un ideale di bellezza incandescente. Ed è mezzo secolo di una costruzione d’uomo che s’è fatto da se, senza maestri e senza principi, anche se ai suoi esordi di pittura si è trovato tra Morelli, Gemito e Mancini, com’è noto, e si è ripetutamente scritto di lui; anche se ha messo in arnese opere nelle quali sin dai suoi primi passi osava dar prova di valore tra la spatola e il morbido sciorinare su vetro, tra legni impregnati di pasteggi e tele di sacco cariche di olii.

 

 

MarcianoArte, galleria d’arte e cornici, Napoli

Salvatore Marciano

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