Autore:ASTURI ANTONIO
N. - M. :Vico Equense, 1904 - 1986
Tecnica:Tempera su carta
Misure:43 x 31 cm
Classificazione: Paesaggi, Altre Tecniche, Figurativi, Classici
Nelle opere di Antonio Asturi pittore è facile identificare una lodevole cura per il disegno, una tal quale sensibilità cromatica utile per arrivare presto allo scopo di interessare con una visione di effetto,una grande passione per il colore che però non è sempre usata a proposito e con gusto. alcune delle opere qui esposte presentano pregi non comuni di disegno e di colore e sono degne di acquisto anche da parte di chi è uso pretendere il meglio dell’Arte di fronte a un grande quadro. Bella e spontanea composizione figurativa è questa di Asturi. Piena di sentimento e d’una tragicità impressionante che ricorda, senza imitarli, i grandi maestri del Rinascimento. Bravo Asturi, che non si è mostrato in quest’opera un semplice, per quanto spontaneo paesista e ritrattista tagliente, ma particolarmente un maestro di composizione architettonica nella linea d’insieme costruttivo, ma sopratutto un pensatore di forza e un colorista di gusto.
Antonio Asturi, mezzo secolo e tutto un travaglio che ogni artista, anche Michelangelo, sa di aver dovuto vivere prima di conquistare la fama, perché doveva consumare sino in fondo l’esperienza di se, conquistando se stesso. L’amore di Asturi pittore all’arte è solo quello di un romanzo vissuto. E ha stagioni di primavera, qualche nuvola di autunno, scarse burrasche invernali e un torrido saettar di infocati giorni da estate mediterranea: mezzo secolo di battaglie ardenti, che giocano sul piano di credi professati, tutti in sintonia con la propria sete di vivere di umanità, di confessare l’umanesimo esistenziale lungo un modulo di scelte, determinate dai tempi storicamente creati dal suo amore per l’arte come servizio a un ideale di bellezza incandescente. Ed è mezzo secolo di una costruzione d’uomo che s’è fatto da se, senza maestri e senza principi, anche se ai suoi esordi di pittura si è trovato tra Morelli, Gemito e Mancini, com’è noto, e si è ripetutamente scritto di lui; anche se ha messo in arnese opere nelle quali sin dai suoi primi passi osava dar prova di valore tra la spatola e il morbido sciorinare su vetro, tra legni impregnati di pasteggi e tele di sacco cariche di oli.