Autore:ROSSI GIANNI
N. - M. :Angri, 1944
Tecnica:Colori acrilici e cartavetro su tela
Misure:100 x 80 cm
Anno:VENDUTO
Classificazione:
Questa opera di Gianni Rossi è pubblicata alla pagina 307 del bellissimo volume “Avanguardia a Napoli – Undici dell’Astrattismo” di Luigi Paolo Finizio, Edizioni Centro di Cultura Contemporanea NapoliC’è, stampato da New Line Publicity – Ercolano del 2010 (oggi PCS)
L’astrattismo di Gianni Rossi è il frutto di un’elaborazione interiore svolta a fronte delle realtà visibili, dei suoi profili ambientali colti ed elaborati per transiti percettivi, per angolazioni e troncature visive. La sua pittura si raccoglie su lacerti dì realtà che si dispiegano per piani e tratti di geometria ma che si collegano per tragitti dinamici, per scorciate relazioni tra forme e colori. Al fondo della sua transitante visione delle cose, delle loro trasposizioni interrotte e ricomposte per porzioni e accenni di strutture e oggetti dei mondo circostante c’è un pungolo trascrittivo, un ductus grafico che visibilmente e invisibilmente sottende e sollecita la disposizione del segno e delle forme, dei tratti e degli aggetti materici sul campo detta pittura. Si tratta di una soggiacente dinamica di costruzione e visione, di sintesi e apertura sul campo di rappresentazione connaturata al suo fare arte e che gli appartiene dagli esordi. Essa è fonte e sedimento di suscitazione ma anche di organizzazione e costruzione del suo racconto per squarci sulle fisionomie, sulle fattezze oggettuali. Un sotteso esercizio di racconto e discorsività visive che Gianni Rossi spinge all’interno della pittura ma che innerva, specialmente di recente, anche le sue esperienze di scultore, di erezione del segno nello spazio. Certo l’intima connessione di produzione e composizione si è fatta più interiorizzata nella elaborazione dei termini astratti, ma l’esito è di slancio metaforico, in cui la consistenza delle realtà materiali, il loro decoro ambientale si distendono per movimenti e collocazione sparse sul campo d’immagine. Le forme si concatenano come il verso di un segno che scorre, ma le sue intersezioni diventano piani disposti per profili di geometria, per stagli di squarci e prospetti che si dispongono nello spazio. La sua geometria appare perciò una geometria trovata ed esternata attraverso le strutture e i profili che circondano il suo sguardo, la sua visione verso il circostante, sia quello urbano o quello del decoro degli interni. Una geometria e un’astrazione più che di deduzione mentale di assunzioni espressive in chiave di attenzione costruttiva e di rispondenze liriche. II suo campo d’immagine, il suo disarticolato spazio di geometria è luogo d’esistenza in cui le forme astratte rispondono alle occasioni dei dati percepiti, dei riporti del vissuto. Per questo anche la tavolozza di Gianni Rossi, con cromatismi caldi e ariosi, risponde a un ventaglio sensibile di offerte rivissute, di apprensioni per adesione emotiva, per accensione di luci e di racconto soggettivo.
—
Gianni Rossi nasce nel 1944 ad Angri, dove vive e lavora. Diplomato in Decorazione Pittorica all’Istituto Statale d’Arte, consegue successivamente il Magistero di Belle Arti di Napoli. Dal 1968, esponente dell’arte astratto-geometrica del Sud, ha tenuto mostre personali in Italia e all’estero, ed è presente in numerose collezioni pubbliche e private. Prevalentemente attivo in pittura, ma autore di pregevoli libri d’arte con monotipi, incisioni, serigrafie e di installazioni. L’artista ha svolto fino al 1995 anche una notevole attività di operatore culturale. E’ presente in dizionari e compendi storici dell’arte italiana del secondo dopoguerra.