Autore:DE VINCENZO GIOVANNI
N. - M. :Apice, 1932 - Portici, 2006
Tecnica:Tempera su cartone
Misure:69 x 48 cm
Anno:1980 ca
Classificazione: Figure, Moderni, Figurativi, Altre Tecniche
“Ogni scultura di De Vincenzo ci riporta ai problemi esistenziali e civili… Le sue opere hanno un messaggio al cui centro d’interesse sta l’uomo nei suoi desideri di rompere i propri limiti e nell’opposizione alle forze ostili che agiscono dentro la storia.”
“L’artista ripresenta le forme che si diversificano nella sua ansia di coglierle e si animano del fatto in evoluzione. Di qui tagli, angolazioni, luci, ipotesi, concretezze visibili e soprattutto ansie umane, libere dagli orpelli di ogni facile effetto…”
“La dissolvenza figurativa trova spiegazione e compenso nella focalizzazione dei significati: la forma si adegua, cioè, all’attività mentale dell’artista, senza regredire ad esercitazione plastica indulgente a facili effetti di estrinseca derivazione…”.
De Vincenzo Giovanni nasce ad Apice (BN) mercoledì 1 giugno 1932, da Eugenio De Vincenzo. Nel 1952, conseguita la maturità artistica, si è iscritto all’Accademia di Belle Arti di Napoli. All’Accademia napoletana, prima allievo del pittore e scultore Alessandro Monteleone (Taurianova, 1897 – Roma, 1967) e, poi, dello scultore, scrittore e illustratore Emilio Greco (Catania, 1913 – Roma, 1995), si è diplomato in scultura. Su segnalazione del suo primo maestro Antonio Mennella, è stato invitato «… dal direttore dell’Accademia di Belle Arti di Napoli Giovanni Brancaccio ad assumere l’incarico di assistente alla cattedra di figura e ornato modellato di Alcide Ticò». Intrapresa la carriera accademica, dal 1963 al 1974, è stato assistente alla cattedra di scultura di Alfio Castelli presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 1974, vincitore di concorso, è diventato prima titolare della cattedra di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Successivamente, dal 1982 al 1984, né è stato direttore. Nel corso del 1984, si è trasferito all’Accademia di Belle Arti di Frosinone, assumendone la direzione. Nell’anno accademico 1988, è ritornato all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove come titolare, ha tenuto la cattedra di scultura fino alla pensione. Nel suo atelier porticese, nella realizzazione di opere di «… scultura interessata all’oggettività dell’immagine», ha dimostrato «… di sapere ugualmente impiegare, con perizia il bronzo, il ferro», il legno, la ceramica. Scultore, ma anche pittore, ha così parlato delle sue creazioni metalliche: «… In esse tento disperatamente di raggiungere un modulo di espressione della ricca, complessa e a volte confusa personalità dell’uomo odierno.; perseguo insomma un nuovo linguaggio figurativo che non sia manifestazione compiuta dell’idea, ma che dia all’interlocutore l’insieme minimo e necessario delle sensazioni che costituiscono l’essenza dell’idea che ha inteso materializzare nelle mie sculture». All’età di settantaquattro anni, il professor Giovanni De Vincenzo muore nella sua casa a Portici, di giovedì 24 agosto 2006.