Giuseppe Zollo, Io mi sono riconosciuto in te o Amore Sole

Autore:ZOLLO GIUSEPPE

N. - M. :Napoli, 1960 - Portici, 2017

Tecnica:Olio su tela

Misure:90 x 80 cm

Anno:COLLEZIONE PRIVATA

Classificazione: Paesaggi, Marine, Oli, Moderni, Figurativi

Note Critico - Biografiche

GIUSEPPE ZOLLO

Napoli, 1960 – Portici, 2017

 

 

Io mi sono riconosciuto in te o Amore Sole. Amore che splende come il mare all’alba

Dipinto di Giuseppe Zollo dal titolo "Io mi sono riconosciuto in te o Amore Sole. Amore che splende come il mare all'alba", olio su tela 90x80 cm del 2003
Giuseppe Zollo “Io mi sono riconosciuto in te o Amore Sole. Amore che splende come il mare all’alba”, olio su tela 90×80 cm del 2003

 

 

Giuseppe Zollo, quell’attimo che va oltre

Giuseppe Zollo nasce a Napoli nel 1960, nel 1978 si diploma al Liceo Artistico di Napoli, dopo aver frequentato la Facoltà di Architettura per due anni, decide di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, seguendo il corso di Pittura del Maestro Domenico Spinosa. Si diploma nel 1985 con una tesi intitolata “Rembrandt e la luce”. Dal 1987 al 1992 è stato direttore artistico del periodico di informazione Break. Da una formazione pittorica informale con Spinosa, passa alla pittura figurativa per condensare le proprie esperienze artistiche. Pittura figurativa, così si definisce l’arte di rappresentare ciò che ci circonda, sulla tela, con l’uso dei colori. Soffermarsi solo su questo sarebbe riduttivo e non producente. Se invece si trascende l’immagine attraverso “quell’attimo che va oltre”, come la curva di un corpo o il leggero posarsi di una mano, ci si configura, in quel particolare, tutta l’energia, la bellezza e la gioia dell’intero corpo: è il lasciapassare dell’anima. Viene stimolato dalla poetica di Rabindranath Tagore, che, nella sua poesia volta al dialogo, alla ricerca costante del Dio, dell’Uno, insomma dell’Essere Creatore, rende soave la creatività. In una sua poesia si legge: “mi tuffo nell’oceano delle forme, cercando di trovare la perla, perfetta del senza forma“. Nei quadri di Giuseppe Zollo “quell’attimo che va oltre” è rappresentato spesso da un fiore o dall’oro, perché il primo sboccia sempre e il secondo è il colore risplendente, sin dall’antichità simbolo del divino. Quindi le figure sono dipinte in un loro caldo e profondo momento di contemplazione; ciò conferisce all’opera un’atmosfera di sereno distacco; la luce, calda e avvolgente, scandisce e pian piano definisce le forme. Anche i paesaggi sono pervasi della stessa atmosfera di serenità, come a confermare che di “quell’attimo che va oltre”, la natura ne è manifesta portatrice, con i suoi cromatismi illimitati. Del resto figura e paesaggio, come uomo e natura, sono immersi in un unico fluire ritmato da dinamiche universali. Spunti tecnici e riferimenti importanti sono stati Rubens, Klimt, Mucha, Derain, Monet, Matisse. Docente di Storia dell’Arte al Liceo Scientifico Statale di Portici, muore nel 2017.

 

Personali e Collettive

Ercolano; centro M. De Gregorio – Brescia; Biblioteca Comunale – Napoli; Sale Espositive Accademia di Belle Arti – Avellino; Biblioteca Comunale – Sorrento; Settembre Artistico – Napoli; Sala V. Gemito – Portici (Na); Sala Granhattan – Portici (Na); Villa Savonarola – Roccagloriosa; Centro Storico – Celle di Bulgheria; Estemporanea.

 

 

L’Arte e la Pittura

«L’umanità fugge dal cuore candido dell’Arte, l’Arte avvalora in sé la nostra nascita su questo mondo, accarezzarla nel suo profondo è il nostro compito. L’Arte della gioia è il modo di esprimere la musica profonda dell’anima attraverso i colori, che sono pergamene danzanti, irradianti la solare luce dell’uomo».

«La Pittura come materia da amalgamare. Riprodurre le forme, cercando di infondere vita, atmosfera, sensualità ed emozioni. In questo mi riconosco se si parla di Pittura. Essa è l’eterno gioco di cavalcare la tèchne; il saper fare, per dare forma alla propria immaginazione, quel compiacersi di riuscire che ti porta sempre più avanti. Ecco così va amata la Pittura. L’arte, poi… verrà come l’alba e aprirà il nuovo giorno».

Giuseppe Zollo

 

 

La pittura lirica di Giuseppe Zollo

“Ma certo il mio Simon fu in paradiso onde questa gentil donna si parte: ivi la vide, et la ritrasse in carte per far fede quaggiù del suo bel viso”. Così Petrarca, sul ritratto di Laura, eseguito da Simone Martini. E davvero in paradiso, in quel paradiso dell’Arte, ove la provvisorietà delle umane vicende si trasforma in eterna bellezza, è concesso all’artista il privilegio di vivere la propria esperienza creativa e, con la sua opera, di schiudere i cancelli dorati dell’Eden agli altri uomini. In questo paradiso ove le emozioni del pensiero e del sentimento si fanno luce purissima che illumina ogni umano cimento, vivono e si incontrano – giganti e nani – musicisti, poeti, artisti: allora la parola diventa linea e questa melodia; allora la pennellata si fa ritmo e nasce il verso. In questo paradiso vive la voce luminosa di Tagore, la musica struggente di Debussy, la pittura lirica di Giuseppe Zollo…

Vincenzo Dolla
Dottore in metrica e stilistica all’Università Federico II di Napoli

 

 

 

 

 

 

 

 

MARCIANO ARTE, galleria d’arte e cornici, Napoli

 

Salvatore Marciano

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