Ornella De Martinis, Riflessione

Autore:DE MARTINIS ORNELLA

N. - M. :Portici, 1970

Tecnica:Tecnica mista con argento e specchio su tavola

Misure:39 x 29 x 8 cm

Anno:2015

Classificazione: Moderni, Astratti, Altre Tecniche

Note Critico - Biografiche

DE MARTINIS ORNELLA 

Portici, 1970

 

Riflessione

 

Opera da appoggio o scultura astratta di Ornella De Martinis, tecnica mista con argento e specchio su tavola di 39 x 29 x 8 cm del 2015 prima opera del ciclo Riflessioni
Riflessione, tecnica mista con argento e specchio su tavola di 39x29x8 cm del 2015

 

Opera da appoggio o scultura astratta di Ornella De Martinis, tecnica mista con argento e specchio su tavola di 39 x 29 x 8 cm del 2015 prima opera del ciclo Riflessioni
Riflessione, tecnica mista con argento e specchio su tavola di 39x29x8 cm del 2015 (retro)

 

 

De Martinis Ornella

Entrando nello studio di Ornella De Martinis saltano all’occhio il dipinto da ultimare sul cavalletto, i tanti vasetti e tubetti di colore, i pennelli, la libreria, e soprattutto il tavolo da lavoro e lo scrittoio antichi perfettamente restaurati; e che dire dei quadri alle pareti che con la delicata iridescenza di un arcobaleno dominano l’ambiente; il tutto in un ordine e una cura che sorprendono chi ha in mente un laboratorio di pittura, ma di sicuro non chi conosce Ornella. Tutto ciò è chiaramente espresso nei suoi lavori, ciascuno dei quali diventa una sintesi di elementi contrapposti di un ordine dove nulla è casuale e tutto tende ad un equilibrio nella forma e nei toni. Superfici lisce e levigate convivono con rilievi materici sabbiosi che invitano al tatto e trasparenze cromatiche, quasi da acquerello, si alternano a colori vibranti stesi sapientemente con giochi di velature che ricordano i maestri del Seicento e che sono frutto della sua esperienza di restauratrice. Gli elementi superflui lasciano spazio a soluzioni essenziali: il paesaggio si dissolve in un’astrazione dall’intonazione complessivamente sobria dove la ricerca dell’equilibrio, sia interiore che esteriore, passa allo spettatore attraverso superfici materiche, ma non ruvide, la fitta tessitura di linee che non compaiono ma si intuiscono e l’accostamento armonioso dei colori. Chi è alla ricerca di un’arte originale che esprima serenità e che sappia inserirsi con eleganza  nel proprio ambiente, non può far altro che apprezzare l’opera di questa artista.

Salvatore Marciano 

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Ornella De Martinis

La materia spessa e colorata sparsa sulla tavola per narrare l’anima, le emozioni. Questo lucente contrasto di concretezza e sogno è il segno di Ornella De Martinis, porticese. Forse perché opera su un territorio che da sempre è stato un fervido crocevia di arte, perché la luce vesuviana da sempre continua ad attirare e stimolare pittori di vaglia o forse deriva dal fatto che tra i suoi maestri – oltre ad artisti innovativi del valore di Renato Brancaccio, Enrico Bugli, Mario Persico, Guglielmo Longobardo, Anna Romanello – figurano il fotografo Mimmo Jodice, il poeta Michele Sovente, il critico d’arte Giorgio Di Genova. Diverse tendenze da raccogliere per creare uno stile del tutto personale, riconoscibile al primo impatto, fatto di impasti di malte, polvere di marmo, sabbia, pigmenti, foglie d’oro e d’argento, teneri toni del celeste, bianchi rilassanti o abbaglianti alternati a squilli vermigli e altre vivaci cromie. Luminose albe primordiali, calde terre d’ombra, evanescenti marine, ori e argenti che catturano luce delicata sulla superficie materica, elevandola a “materia spirituale”, si fondono nella costante ricerca di un equilibrio e un’armonia al tempo stesso estetici e interiori. Se le chiedi di descrivere la sua pittura, impresa ardua, ti parla di un sasso lanciato in un lago: l’impatto con l’acqua disegna cerchi concentrici che pian piano si disperdono mentre il sasso continua il suo percorso alla ricerca degli abissi, sino a posarsi sul fondo. E’ pure una metafora della vita, ma aiuta a capire perché davanti alle sue opere raccogli un sentimento di quiete, di dolcezza, e insieme di vertigine. Poi scopri che una sua opera si chiama ”Tracce di cerchi sull’acqua” e un’altra “Oltre un velo d’acqua non lascerò tracce” e così via, per comprendere che l’acqua è un tema dominante nella sua pittura: calma, agitata o sospesa nell’aria sotto forma di foschia che trasforma e unisce in un tutto unico dove la materia gradualmente si sfalda tramutandosi in “macchie di luce”, presenze indefinite e vibranti. Per Ornella, è evidente, anche l’arte è un sasso lanciato nello stagno: un presente in divenire e una ricerca, un viaggio incerto, un gioco di riflessi, una ricerca perpetua e una promessa.

Pietro Gargano

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Come un’onda dell’anima

La ricerca dell’equilibrio interiore accomuna tutte le persone consapevoli della complessità e bellezza della vita. Percepire ogni singolo momento dell’esistenza come minimo cambiamento nel corpo e nello spirito permette di vivere le esperienze come un’amplificazione di sentimenti, sensazioni, ricordi che assumono sfumature sempre più nette e comprensibili a mano a mano che ci si allontana nel tempo e nello spazio. Le fratture dell’anima acquistano una dolce malinconia, aprendo la strada a percorsi interiori dal forte valore simbolico e catartico. Così i tre cicli di opere presenti in questo catalogo accompagnano per mano l’osservatore attento introducendolo nel mondo di Ornella De Martinis e fornendo una chiave di lettura per comprendere il fluire del suo animo a volte nel turbine del mare in tempesta, a volte nel delicato scivolare di un ruscello.

I tre cicli rappresentano l’evoluzione della persona oltre che dell’artista, ne descrivono i punti nodali, quelli di non ritorno che segnano intimamente il cambiamento, il mutamento e l’arricchimento. Le linee chiuse, finite, introspettive servono a concentrarsi su se stessi e focalizzare l’attenzione verso il centro del proprio universo; l’unico ed essenziale elemento di equilibrio. I cerchi inscritti in quadrati evidenziano la necessità di fare chiarezza e ripensare la propria vita, la necessità di guardarsi dentro. É il primo momento del rinnovamento.

La prima grande frattura dell’anima può essere incanalata in molte direzioni, e diventa slancio vitale quando si inizia gradualmente ad aprirsi all’esterno, accogliendo gli altri nel percorso di cambiamento per condividere il nuovo se stesso. E allora le linee si dilatano, le superfici specchiate riflettono noi nel mondo e coinvolgono una molteplicità di sguardi, i cerchi fuoriescono dalla cornice e invadono benevolmente lo spazio in un’ondulazione costante di richiami e rimandi. Ma ancora non si sbilanciano, non sono completamente libere.

Ci vuole tempo.

Quando il momento è propizio si può guardare ancora oltre, si può guardare di nuovo il paesaggio, la natura, la madre di tutte le cose che ci accoglie e ci ricorda di quanto siamo fragili e forti al tempo stesso. Le scintille riaccendono la voglia di vivere, i laghi donano serenità, il mare dà energia pura, i fiori riportano odori di altri tempi e altri luoghi che fanno affiorare un sorriso e dicono che un altro ciclo si è chiuso. A breve saremo pronti per un altro cambiamento, per un’altra porzione di vita. Come il mare, la nostra esistenza è un susseguirsi di onde dell’anima. Alcune ci accarezzano. Altre ci schiaffeggiano. Le sentiamo perché siamo vivi. Perché cambiamo.

Valeria Pica 

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Storie di luce

 

Osservando le opere dell’artista Ornella De Martinis, provo subito un senso di serenità; più le osservo e più mi trasmettono calma e tranquillità, sono pervaso da un senso di benessere. Mi avvicino ad esse e mi vien voglia di toccarle, Ornella mi dice che posso, allora le sfioro con i palmi delle mani: sono materiche, luminose, caratterizzate da un microcosmo brulicante di segni, che danno vita ad una realtà nascosta, come se l’artista fosse andata ad indagare,inquadrando ed ingrandendo un particolare della realtà apparentemente invisibile ad occhio nudo.

Scopro allora fondali marini, voli di uccelli paradisiaci, passaggi saettanti e sfavillanti di meteore; ci vedo lo scoccare di frecce di fuoco amico, lo svolazzare di lucciole di infantile memoria o uggiosi, plumbei e annebbiati paesaggi nordici. In ogni caso trasmettono senso di pace e la trasmettono anche quando, alcuni dipinti, lasciano trapelare un certo tormento, un’ansia, una sofferenza tipica degli artisti che sentono e fanno “pittura”, quegli artisti passionali, emozionali, la cui mano è guidata dal cuore prima che dalla testa, quegli artisti che danno voce al proprio intimo sentire, utilizzando ancora tutte le tecniche della pittura.

Ornella De Martinis si configura tra quegli artisti per i quali l’atto del dipingere diventa un vero e proprio rito magico, scaramantico, quasi come una preghiera di buon auspicio. Il suo attuale stile scaturisce da un’accurata ricerca, frutto di passate esperienze personali come artista figurativa e restauratrice nonché frutto dei tanti studi effettuati nei diversi campi dell’arte. E’ grazie alla sua profonda preparazione, all’amore per l’arte, alla tenace passione per la ricerca che l’artista con mano esperta e sicura, riesce a riassumere, fondere nelle sue opere gran parte della pittura dell’800 e del ‘900 con bravura, rigoroso tecnicismo e preparazione.

Mano sicura, felice e delicata quella di Ornella, tanto da destare in me incanto anche alla visione di alcuni bozzetti preparatori realizzati per alcune opere complesse, piccoli gioielli, preziosi come “ricami”, “arabeschi”, realizzati a pastelli, ad acquerelli e tecnica mista e da questa visione che mi stupisce ancora, deduco quanta importanza l’artista dia alla meticolosità e alla perizia tecnica e di come ella riesca a domare e plasmare la materia a suo piacimento, padroneggiandola.

Non mi ci vuole molto per notare all’interno delle sue opere atmosfere, turbinii e nebulosità tipiche di un grande maestro quale Turner, spettrali, gelide luci alla Friedrich, angelici voli alla William Blake, crepe e graffi sanguinolenti, tipici di Burri, ci vedo anche la maniera pittorica dei maestri dell’espressionismo astratto americano, quali Willem De Kooning, Marck Rothko, persino grumosi impasti sabbiosi, cretose e dorate forme paesaggistiche alla Carlo Mattioli.

Le opere di Ornella De Martinis sono pensate, non casuali, la sua è una tecnica laboriosa: su tavole di multistrato perfettamente piane e lisce, stende la “sua” malta tutta particolare nella formula appianandola, lavorandola, graffiandola, togliendo, aggiungendo, alternando strati di pittura a strati di malta e creando “stratificazioni” che ci trasmettono sensazioni di grazia, violenza, attesa, ansia, tormento, meditazione, riflessione, pace, serenità, “sensazioni” culminanti nel predominio assoluto della luce, candida, pura.

Osservo attentamente le opere più recenti che sono caratterizzate da una spasmodica e morbosa ricerca della luce e rispetto alle opere antecedenti, sono composte da forme più spigolose, dinamiche, ma pur sempre delicate, evanescenti, fuggevoli, effimere, il tutto sempre reso con grande senso e studio della composizione.

La De Martinis elabora le sue opere tenendo presente tutte le “regole” e gli “elementi” della composizione e crea volutamente quegli “andamenti” tanto necessari in un’opera d’arte, che oltre a creare movimento e dinamismo, guidano anche lo sguardo dello spettatore in precisi punti dell’opera. Questi andamenti, queste “linee-forza” nella composizione creano anche equilibrio, quell’equilibrio al quale Ornella tiene tanto Termino un lavoro solo quando “vedo”e “sento” che tutto è in equilibrio all’interno dell’opera e nel mio animo ho raggiunto un equilibrio e una pace interiore”.

“Luce” ed “equilibrio” sono gli elementi sui quali l’artista lavora ininterrottamente: utilizzando particolari combinazioni e mescolanze di colori (soprattutto pigmenti in polvere) ottiene cromie iridescenti che cambiano al variare delle condizioni di luce esterna, donandoci ogni volta diverse opere nell’opera. Dell’ultimo ciclo, infine, sono colpito da due opere in particolare, una dal titolo “Semi di fuoco rapiti dal vento”, che mi riportano alla mia infanzia, ai miei Natali in famiglia, allo scintillare di fuochi di bracieri domestici. L’altra opera “Seguendo i riflessi sul fiume lungo un percorso silente” mi appare come una vera e propria “sindone”, spettrale, dove, creando un impianto solenne e spirituale,  la De Martinis blocca nella malta un riverbero di luce, un istante di vita fugace, “un ombra d’attimo”, di questo attimo, che altrimenti passerebbe e non sarebbe più visibile. Questa è l’essenza della pittura di Ornella De Martinis: bloccare, fermare il tempo attuale, riuscire ad immortalare singoli istanti fuggevoli, fermando l’inesorabile flusso del “Panta rei” in un lampo, in un flash che coglie “l’adesso”, “l’hic et nunc” e questi “sudari perlacei” trasudano luminosità e, come una sindone, conservano e ci tramandano “impronte” che hanno assunto la forma di “Storie di luce”

Vincenzo Perna
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Primavere porticesi

De Martinis Ornella. Quadri in mostra a Villa Savonarola. Portici

Villa Savonarola come suggestiva cornice dell’esposizione di Ornella De Martinis. Ieri, l’assessore alla Cultura, Vincenzo Arciello, ha inaugurato la personale dell’artista, che rientra negli appuntamenti della terza edizione delle «Primavere porticesi». Sedici le opere, che resteranno in esposizione fino al 2 giugno nella dimora di corso Garibaldi (dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, mentre la domenica solo apertura mattutina). Una folla di appassionati ha visitato già nella prima giornata la mostra, che ha riscosso notevole successo. Tra i lavori anche sette tavole ispirate ai Chakra, i sette vortici che emanano energia secondo la tradizione spirituale indiana. Due di queste opere sono realizzate utilizzando foglie d’oro e d’argento. Ornella De Martinis, classe 1970, ha frequentato il liceo artistico statale e l’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove ha sviluppato le sue doti di sensibile e fine osservatrice e conoscitrice delle qualità dei materiali. Una tendenza che si è poi amplificata nelle sue ultime opere che fondono la matericità della sabbia e dello spessore all’etereo gioco di colori che caratterizza le evoluzioni del movimento. Il senso di vertigine che emanano i suoi quadri è al tempo stesso calamita e centrifuga di sentimenti, talvolta carezze, altre turbinii che coinvolgono lo sguardo. 

Aniello Sammarco
Il Mattino – 27 maggio 2007

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Io c’ero… Arte a villa Savonarola a Portici

Questo è il titolo di uno dei quadri in mostra fino al 2 giugno 2007 a villa Savonarola dell’artista Ornella De Martinis. Questo è il titolo di uno dei quadri in mostra fino al 2 giugno 2007 a villa Savonarola dell’artista Ornella De Martinis. Attenta conoscitrice ed esperta delle qualità dei materiali, ha saputo fondere la fisicità di alcuni di questi come la sabbia e i colori della terra con una profonda opera di introspezione e di ricerca riproponendo su tela una ricreazione di evoluzioni concentriche e non, indefinite, sempre in movimento alla ricerca di qualcosa, forse dell’equilibrio. Emblematica è la serie “Chakra” sette quadri, come i sette punti del benessere psicofisico. Chakra in sanscrito vuol dire cerchio, circonferenza quindi equilibrio, armonia o almeno la ricerca di una stabilità interna ed esterna. Tutti i dipinti di questa serie rappresentano dei cerchi o turbinii, svariate cromaticità che si incontrano ma senza perdere la nitidezza e la chiarezza dei colori. Le tecniche usate cono miste su tela, anche per gli altri quadri esposti. La pittrice è originaria di Portici e ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Napoli, e tra le ultime esposizioni a cui ha partecipato c’è quella di “Dipinti e Sculture” della Galleria Mimart di Napoli e “Sacrart” a San Giorgio a Cremano. È possibile visitare la mostra a villa Savonarola dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, mentre di domenica solo dalle 10 alle 13, fino al 2 giugno

Veronica Mosca, 2007

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De Martinis Ornella, scheda biografica 

Ornella De Martinis nasce a Portici (Na) nel 1970. Frequenta a Napoli il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti dove si diploma nel 1991. Fondamentali per la sua formazione sono i suoi maestri tra cui: Renato Brancaccio, Enrico Bugli, Giorgio Di Genova, Mimmo Jodice, Guglielmo Longobardo, Mario Persico, Giuseppe Pirozzi, Anna Romanello, Michele Sovente. Sin dagli anni del liceo partecipa a collettive d’arte e nel 1993 tiene la sua prima personale presso il caffè letterario Intra Moenia di Napoli. Dopo aver frequentato il corso di restauro tenuto in Accademia da Mario Tatafiore, inizia la sua esperienza di restauratrice collaborando a numerosi interventi presso alcuni importanti siti artistici tra cui: la Reggia di Caserta, il Belvedere di San Leucio, il Museo di Capodimonte e il Maschio Angioino a Napoli, gli scavi archeologici di Pompei e di Castellammare di Stabia. Dal 1999 partecipa alla realizzazione di laboratori di produzione artistica nell’ambito di diversi progetti didattici per la scuola e nel 2001 si abilita all’insegnamento dell’Educazione Artistica e del Disegno e Storia dell’Arte. Nel 2015 partecipa alla collettiva di arte contemporanea “La Rabatana, crocevia della religione Cristiana e Islamica”, Progetto Basìraba, Fondazione “La Rabatana”, Museo Diocesano di Tursi (Mt). Nel 2016 su richiesta della Fondazione “La Rabatana” prepara un’opera per la mostra “Culti Riti Funebri” che è entrata a far parte della collezione della fondazione che ha sede a Tursi. Sempre del 2016 è la personale “L’essenza della materia” presso le Scuderie di Villa Favorita a Ercolano. Nel 2021 partecipa alla collettiva di Arte Contemporanea “Il Luogo del Pensiero” presso il PAN – Palazzo delle Arti Napoli: in mostra cinque artisti selezionati dalla galleria Marciano Arte di Portici.

 

 

 

 

Marciano Arte galleria d’arte e cornici, Napoli

Salvatore Marciano

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