Autore:BARISANI RENATO
N. - M. :Napoli, 1918 - 2011
Tecnica:Forma di legno su tavoletta dipinta
Misure:23,5 x 14,5 x 2 cm
Anno:1999
Classificazione: Moderni, Astratti, Altre Tecniche
Dalle proporzioni modulari per piani plastici laminari, alla realizzazione di articolate strutture spaziali in alluminio e plexiglas, all’affermazione di una mentale ricerca della forma imbastita sull’incastro di piani di legno colorati, all’insorgenza di un oggettualismo povero, e poi attraverso il raggiungimento e nel decennio Sessanta di meccanoformi soluzioni in ferro o più tardi di nuove emergenze concretiste di praticabilità modulare realizzate in legno e formica, fino alla scoperta degli anni Settanta della luce come ipotesi di interpretazione dello spazio in rapporto ad una realtà urbana, muove dunque il filo conduttore del lungo operato di Renato Barisani. Un’indagine come “dialogo ininterrotto” che giunge con gli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, alla ripresa di una sintesi lineare, di una pura essenzialità delle forme che si accampano nello spazio riempendolo di energia. Il rapporto con la materia si fa ancora più solenne ed evocativo. Che sia legno, indagato e scoperto fin entro la bellezza e l’intima organicità delle venature, o acciaio, o carta o ancora legno e colore come nelle ultime realizzazioni, prodotte per incastri svettanti e raffinatissime forme, vicine a soluzioni di designer, la risposta di Barisani sembra uniformarsi a quanto si diceva in termini di partecipazione. Ed è partecipazione emotiva e culturale fatta di gesti semplici, ma pieni di quella forza che imprime alla forma il sogno di un’immagine inaspettata per proseguire – come egli afferma -“senza esitazioni” il suo dialogo con la vita.
Renato Barisani è, all’opposto, un esponente di quel movimento che definì lui stesso “astrazione organica” dove l’informale astratto s’incontra col simbolo; e in questo, certamente, l’attingere ad una mitografia mediterranea è assai presente. L’equilibrio straordinario che Barisani attua, nel suoi dipinti e nelle sue sculture, tra rigore progettuale ed effusione lirica, memoria ed emotività, costituisce un vero prodigio nell’ambito dell’arte informale. Ricercatore e costruttivo, con la sua opera, ha partecipato alle problematiche linguistiche più difficili del nostro tempo, risolvendo sempre con precise scelte critiche, da grande uomo di cultura, le sue possibilità espressive. L’equilibrio dell’artista traspare anche dalla scelta dei suoi materiali, quelli dell’industria e, quelli naturali come tufo, sabbia e legno e nelle sue immagini la memoria collettiva di miti profondi, carichi di senso e allusivi ad una continua metamorfosi biologica, permane anche nelle prove più recenti.
Renato Barisani nasce a Napoli nel 1918. Terminati nel 1938 gli studi di scultura a Napoli, vince una borsa di studio che gli consente di frequentare i corsi di perfezionamento presso l‘ Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (I. S. A. I.), di Monza, tenuti da Semenghini, Pagano e Marino Marini. Nel 1945 vince il primo premio di scultura alla I Mostra dei Liberi Artisti Campani. Forma con Renato De Eusco, Guido Tatafiore e Antonio Venditti, il Gruppo napoletano di Arte Concreta. Partecipa alla mostra di Arte Astratta e Concreta in Italia, realizzata dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna a Roma nel 1951. Nel 1952 ottiene il Premio per Giovani Scultori indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione. Partecipa, nel 1953, alla mostra di Arte Astratta Italiana e Francese alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, con due sculture in ferro. Partecipa alla XXXI Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1962. Dal 1960 al 1963 aderisce alla Nuova Scuola Europea di Losanna, ed in questa città ottiene, il II Premio Svizzero di Pittura Astratta. Dal 1975 al 1980 partecipa al gruppo napoletano “Geometria e Ricerca”. Ha insegnato a Napoli materie artistiche negli Istituti d’Arte e nei Licei Artistici e, dal 1978 al 1984, design presso l’Accademia di Belle Arti. Muore a Napoli nel 2011.