Elio Waschimps, Immagine

Autore:WASCHIMPS ELIO

N. - M. :Napoli, 1932 - 2022

Tecnica:Olio su tela

Misure:35 x 50 cm

Anno:1960

Classificazione: Nature morte, Astratti, Figurativi, Oli, Moderni

Note Critico - Biografiche

Elio Waschimps

Napoli, 1932 – 2022

 

 

Immagine

Dipinto di Elio Waschimps (1932-1922), immagine, olio su tela 35x50 cm del 1960
Olio su tela 35×50 cm del 1960

 

L’opera è firmata “Waschimps” in basso a destra e “Waschimps 60” a tergo sul telaio.

 

 

WASCHIMPS: UNA PITTURA ANIMOSA    

Elio Waschimps è alla sua prima mostra personale. Le opere che egli espone, tuttavia, non si crederebbero uscite dalla fantasia ancora esperiente di un giovane; così bene risultano ambientate in una situazione riconoscibile, a continuazione d’un discorso che oggi si fa qui tra noi e che la critica ha ormai tutti gli elementi per localizzare come un pezzo di storia crescente. In tangenza con i rivolgimenti capitali della scena politica e morale d’Europa, da poco più di un anno è in corso qui a Napoli un movimento originalissimo di svecchiamento e di approfondimento sincero delle istanze realistiche. Movendo da premesse differenti e con i segni di personalità schiettamente autonome, alcuni pittori giovani hanno rotto con le angustie dei programmi e si sono dimostrati in grado di recuperare le loro qualità pittoriche con una rinnovata apertura sulla ricchezza inesauribile delle cose. E perché tali intenti non si raggiungono in astratto, nel limbo sterile della pura novità, essi si sono riappoggiati più fiduciosamente che mai — pur forzando al meglio la esperienza della pittura europea degli ultimi cinquant’anni, specialmente espressionistica — al nucleo dell’antico realismo meridionale, riconosciuto dapprima nei più vicini riflessi ottocenteschi, poi richiamato di istinto, direttamente dai testi dei maggiori Maestri del 600. Elio Waschimps è una delle forze di questo movimento e la sua pittura ne conferma l’esistenza, soprattutto la vitalità. Waschimps ha problemi originalissimi e, sebbene sia innegabile che i suoi quadri non sarebbero stati senza la interpretazione di Picasso data da Guttuso e dai neorealisti italiani, egli ha avuto la fortuna di maturare quando le deità tematiche e contenutistiche dell’estetica neomarxista erano già tutte in crisi. È avvenuto, così, che quattro o cinque anni fa, egli si dedicasse interamente, con uno di quei singolari anacronismi che dimostrano per quante vie possa farsi strada il temperamento d’un artista, ad una rievocazione integrale di Van Gogh; tale tuttavia da scansare ciò che costituisce il limite intellettualistico, la rigidezza interna mai disgelata dell’opera del pittore olandese, mediante l’adesione sottile all’espressionismo migliore, che in Europa si chiama innanzi tutto col nome di Chaim Soutine. Alcuni ritratti di Waschimps, dipinti allora con questi intenti, costituiscono il vero antefatto di ciò che il giovane pittore presenta oggi e ne determinano il tono strettamente personale.

Ma queste premesse non avrebbero dato frutti se non si fossero mutate in esperienza del realismo libero ed ispirato di cui s’è fatto cenno e non ne fosse derivata la partecipazione attiva al clima spirituale che s’è venuto formando in questo ben delimitato ‘pezzo’ della Napoli artistica, con l’istintiva spontaneità, schiva e noncurante, straordinariamente antintellettuale, di cui sono dotati codesti pittori per dono naturale. Le opere qui esposte sono il risultato della ricchezza di questi intenti ed il risultato, che è personalissimo, mi pare di un interesse realmente non comune. La dote pittorica di Waschimps, ricca ed animosa, sormonta con accenti quasi irrefrenabili e serpeggia dentro il dato reale con fantasia accesa. Riesce capace non solo di finezze inconsuete come nella Natura morta dei fichi d’India o nel sostenuto arabesco dei Rami al tramonto; ma d’empito vero, lingueggiante, negli Scogli, negli Uccelli morti, nei Fiori; persino di senso drammatico, quasi tragico, nella Pineta ischitana, che a mio vedere è una delle interpretazioni più penetranti in pittura della eccitata bellezza del paesaggio meridionale. Recentemente, un critico italiano ha paragonato 1″Abstract-impressionism’gt di un gruppo di pittori newyorkesi al compromesso naturalistico di alcuni pittori padani, non più giovanissimi, nei quali, rinverdita dal permanere d’una vena lirica ancora impressionistica, si continuerebbe l’antichissima tradizione lombardo-emiliana che va da Wiligelmo a Morandi, e con essi la pittura italiana avrebbe dato il meglio della pittura contemporanea. Dinanzi ai quadri qui esposti mi chiedo, invece, se lo sforzo compiuto in essi, di riguadagnare la realtà facendo ponte dal naturalismo allo espressionismo, non sia su di una linea meno contraddittoria e più schietta, i cui ascendenti illustri sono il Ribera, il così detto Passante e Francesco Fracanzano. La questione è da approfondire. Nell’attesa, mi si consenta di esprimere la convinzione, magari sotto forma di augurio, che Waschimps, ora alla punta più avanzata della pittura napoletana in compagnia di pochissimi altri, s’inquadra in un movimento che può avere un ruolo importante da assolvere.

Ferdinando Bologna
Catalogo della mostra personale alla galleria Medea, Napoli, 1957

 

 

 

BIOGRAFIA 

Nato nel 1932 a Napoli, Elio Waschimps compì studi classici accostandosi in seguito alla pittura sotto la guida dell’amico Raffaele Lippi. Nel 1953 venne allestita la sua prima mostra personale alla galleria Blu di Prussia di Napoli. Le collettive cui partecipò lo videro al fianco di artisti napoletani impegnati come lui a proseguire e rinvi­gorire il filone figurativo; tra le più significative in questo senso sono da ricordare quelle del 53 e del 54 alla galleria Medea, quella del 55 alla galleria La Mansarde con Lippi, De Stefano e Pane e, sempre dello stesso anno, quello alla galleria San Carlo. In questo primo periodo di attività Elio Waschimps, pur non distaccandosi dalla forte tradizione del naturalismo napoletano, mostrò di voler abbandonare i dati iniziali, accentuando la densità della materia pittori­ca e adottando un cromatismo più cupo e allucinato. Ciò parve evidente nelle opere presentate alla personale del 57 tenutasi ancora alla galleria Medea di Napoli. Dimostrò sin da allora una rilevante capacità pittorica, alimentata da una vastissima esperienza dell’arte antica, i cui limiti potevano oscillare dai maggiori secentisti a Soutine, ma che risultavano tutti indirizzati alla scoperta di un mondo aperto e vivo mediante il quale cogliere il momento più palpitante del visibile. Questa disposizione di cui da principio Waschimps si giovò per evitare una secchezza programmatica della tendenza neo-realista, lo trovò poi pronto ad accogliere ed a rielaborare il contributo più valido delle tendenze astratte, non tanto nell’accezione puramente informale, quanto in quelle assai più feconde dell’espressionismo astratto nel suo senso più vasto. Sempre questa disposizione gli ha consentito di pervenire successivamente, ad un modo carico, intensamente lampeggiante, capace di animazioni espressive, ora visionarie, ora confortate da una fede cocente ed irreprimibile nelle cose. Nell’ultimo periodo, si è posto con questo su di una linea di nuovo impegno, tra un nuovo animato naturalismo ed una più sofferta partecipazione alla vita tutta, che ne segnala ad un grado molto alto l’attualità. È morto a Napoli nel 2022.

Ultime esposizioni: Personale, Galleria “34” – Salerno, 2000; “Il Corpo di Napoli” Chiesa dell’Immacolata – Napoli, 2004; Longobardi, Tatafiore, Perez, Waschimps, “Arte Presente”, Istituto Grenoble – Napoli, 2005; Personale, Galleria “34” – Salerno 2005; Personale, Galleria “Del Monte” – Ischia, 2005; Antologica, Castel dell’Ovo –  Napoli, 2006; “L’amicizia della pittura”, Gabriele Mattera, Elio Waschimps, Castello Aragonese – Ischia, 2008; Personale, Galleria “Pagea” – Angri, 2009; 54a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale – Venezia, 2011; Personale – Fiuggi, 2011; Expo – Milano, 2016; Antologica, PAN Palazzo delle Arti Napoli – Napoli, 2019.

 

 

 

 

 

 

 

MARCIANO ARTE, galleria d’arte e cornici, Napoli

Salvatore Marciano

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