Raffaello, Paulus et Barnabas Lystrae

Autore:RAFFAELLO

Disegnatore:Nicolas DORIGNY (1652 - 1746) da Raffaello SANZIO (1483 – 1520)

Incisione:Nicolas DORIGNY (1652 - 1746)

Editore:

Tecnica:Acquaforte acquerellata

Periodo:Prima metà sec. XVIII

Misure:58 x 85,5 cm

Soggetto:Arte

Note Critico - Biografiche

Paulus et Barnabas Lystrae

Paolo e Barnaba a Listra

 

Stampa antica con cornice "Paolo e Barnaba a Listra", Dorigny da Raffaello
Incisione acquaforte e bulino. Paolo e Barnaba a Listra. Iscrizione in basso a destra “Nicolaus Dorigny Gallus Del. & Sculp” e a sinistra “Raphael Sanctius Urbinas pinxit”, con titolo al centro “Paulus et Barnabas Lystrae”. Dimensioni foglio, 58×85,5 cm più cornice.
stampa antica "Paolo e Barnaba a Listra", Dorigny da Raffaello
Incisione acquaforte e bulino. Iscrizione in basso a destra “Nicolaus Dorigny Gallus Del. & Sculp” e a sinistra “Raphael Sanctius Urbinas pinxit”, con titolo al centro “Paulus et Barnabas Lystrae”. Dimensioni foglio, 58×85,5 cm.

 

La stampa

Bella incisione Paolo e Barnaba a Listra degli inizi del XVIII secolo (1711/1719) da un dipinto di Raffaello Sanzio (1483 – 1520). Il “Sacrificio di Listra” è un dipinto a tempera su carta (350 x 540 cm), databile al 1515-1516 e attualmente conservato nel Victoria and Albert Museum di Londra. Fa parte dei cartoni per gli arazzi della Cappella Sistina che Raffaello realizzò per Papa Leone X.

Acquaforte realizzata e pubblicata da Nicolas Dorigny (1658 – 1746) tra il 1711 e il 1719 con coloritura postuma. Dimensioni lastra 51,5 x 75 cm su foglio 58 x 85,5 cm (ingombro con cornice: 76 x 99 cm).

San Paolo, a destra, guarisce uno zoppo nella città di Listra ma, scambiato assieme al compagno Barnaba per un inviato di Mercurio, sta per ricevere un sacrificio pagano dalla folla, che riesce ad evitare infuriandosi. L’apostolo si squarcia infatti la veste all’altezza del petto, mentre intorno a lui la gente lo guarda sorpresa, già recante una capra e due tori per il sacrificio, e con già un officiante che sta per librare il colpo fatale con un’accetta sul collo dell’animale al centro. Sempre in primo piano su vede l’ara del sacrificio, vicina a due bambini: uno suona il flauto doppio, l’altro reca un cofanetto dorato di offerte. Sullo sfondo si vede la città, con la statua del dio pagano ben in evidenza, in fondo all’apertura della strada.

Lo stato di conservazione è scarso. Il foglio di Paolo e Barnaba a Listra ha subito molta umidità, presenta delle evidenti macchie d’acqua nella parte superiore, ancor più evidenti nel margine. Il foglio, sempre nella parte superiore, presenta delle grinze. Parte dei problemi è nascosto dalla cornice di metà ‘900 e dal passepartout che copre il margine macchiato, lasciando però a vista il segno tipico dell’incisione della lastra. Nonostante le problematiche presenti, la stampa mantiene un grande fascino storico e artistico, per l’alta qualità del lavoro d’incisione sulla lastra di grandi dimensioni.

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Dalla Bibbia.

Atti degli Apostoli. Cap. 14: 8-18

C’era a Listra un uomo paralizzato alle gambe, storpio sin dalla nascita, che non aveva mai camminato. 9 Egli ascoltava Paolo mentre parlava e questi, fissandolo con lo sguardo e vedendo che aveva fede di essere salvato, 10 disse a gran voce: “Àlzati, ritto in piedi!”. Egli balzò in piedi e si mise a camminare. 11 La gente allora, al vedere ciò che Paolo aveva fatto, si mise a gridare, dicendo, in dialetto licaònio: “Gli dèi sono scesi tra noi in figura umana!”. 12

E chiamavano Bàrnaba “Zeus” e Paolo “Hermes”, perché era lui a parlare.

13 Intanto il sacerdote di Zeus, il cui tempio era all’ingresso della città, recando alle porte tori e corone, voleva offrire un sacrificio insieme alla folla. 14 Sentendo ciò, gli apostoli Bàrnaba e Paolo si strapparono le vesti e si precipitarono tra la folla, gridando: 15

“Uomini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani, mortali come voi, e vi annunciamo che dovete convertirvi da queste vanità al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano. 16 Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che tutte le genti seguissero la loro strada; 17 ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge per stagioni ricche di frutti e dandovi cibo in abbondanza per la letizia dei vostri cuori”. 18 E così dicendo, riuscirono a fatica a far desistere la folla dall’offrire loro un sacrificio.

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Nicolas Dorigny

Parigi, 1658 – 1746

Incisore francese e figlio minore del pittore e incisore francese Michel Dorigny. Studiò legge fino all’età di 30 anni. Dopo aver perso l’udito, si dedicò alle Belle Arti. Si stabilì in Italia per 27 anni. Nel 1711, Dorigny accettò l’invito della Regina Anna d’Inghilterra di incidere i lavori realizzati da Raffaello presenti a Hampton Court. L’anno seguente fu nominato cavaliere da Re Giorgio I. Nel 1725 tornò in Francia, dove ebbe una cattedra in Accademia.

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Raffaello Sanzio

Il pittore della bellezza e della grazia
Urbino, 1483 – Roma, 1520

Nato a Urbino e cresciuto tra Perugia e Firenze, a contatto con Leonardo e Michelangelo, Raffaello è stato uno dei più grandi interpreti del Rinascimento. Mostrò doti straordinarie fin da bambino e da adolescente già iniziò a collaborare col famoso Perugino. Le sue prime opere, eseguite a partire dal 1499 per lo più per Città di Castello, mostrano una fortissima influenza del maestro. Ben presto però Raffaello riesce ad affermarsi come pittore indipendente proprio a Perugia, città del suo maestro, e a Urbino. Nel 1504 Raffaello lascia l’Umbria per la Toscana. I primi anni a Firenze non furono facili: Raffaello si trovava ora a fare i conti con una città piena di talenti e due sommi quali Leonardo e Michelangelo. A Firenze tutte le energie del giovane furono assorbite nello studio delle opere di artisti toscani antichi e moderni e nella produzione di quadri destinati alle case di ricchi signori fiorentini, raffiguranti per lo più Sacre famiglie o ritratti. Nessuno meglio di lui riuscì a raffigurare la tenerezza, l’amore e l’affetto che uniscono i membri della Sacra famiglia, senza leziosità. L’artista, tuttavia, non raffigura un’ideale di bellezza perfetto. Potremmo dire che i personaggi dipinti da Raffaello sono di irresistibile fascino perché, al contrario di quelli di Leonardo o Michelangelo, affiancano alla ricerca di perfezione la semplicità e la naturalezza. Raffaello rivela doti di grandissimo ritrattista perché è capace di cambiare tono, arie e stile a seconda del personaggio che deve rappresentare, cogliendo e sapendo raffigurare anche gli aspetti tipici e interiori. Nel 1508 Papa Giulio II chiamò Raffaello a lavorare in Vaticano. I più importanti lavori dell’artista, da allora in poi, si sarebbero svolti soprattutto all’interno della città papale (le Stanze, gli arazzi per la Cappella Sistina e le Logge). Il suo capolavoro di questi anni sono senza dubbio gli affreschi delle Stanze vaticane, un’impresa che lo impegnò per tutto il resto della vita e che venne portata a termine solo dopo la sua morte, nel 1520, dagli allievi.

 

 

 

 

 

 

 

Marciano Arte galleria d’arte e cornici, Napoli

Salvatore Marciano

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